ALESSANDRIA DELLA ROCCA – Il simulacro della Madonna della Rocca veniva ritrovato negli anni 1620/25 in una “rocca” nelle terre dei Barresi, il suo trasporto ai Colli di Palermo ad opera del Principe di Resuttana aveva privato i cittadini di Alessandria della “Madunnuzza” a cui erano già devoti, ma prodigioso fu poi il suo ritorno avvenuto nel 1883, ben 140 anni fa, quando in processione da Palermo gli alessandrini hanno condotto il simulacro nella sua casa. La piccola statua da allora è custodita nel Santuario della Madonna della Rocca, costruito proprio su quella “rocca” in cui avvenne il ritrovamento.
La festa della Madonna avviene l’ultima domenica di agosto di ogni anno, è l’evento religioso più importante per il piccolo paese di Alessandria, è l’evento in cui si intreccia la storia con la religione, in cui il senso di appartenenza e ricerca delle proprie origini riconducono al paese tutti quegli emigrati che hanno dovuto abbandonare la propria terra. La devozione degli emigrati è uno di quegli elementi che mantiene saldo il rito della grande festa, e proprio nel periodo in cui le antiche tradizioni vengono spesso dimenticate gli emigrati alessandrini ripercorrono le proprie origini anche nelle città in cui si sono trasferiti, i festeggiamenti in onore della Madonna della Rocca in città come Parma o Tampa sono un valido esempio di come gli alessandrini emigrati hanno saputo trasportare altrove le proprie tradizioni.
La Festa della Madonna ad Alessandria si sussegue per ben cinque giorni e ogni anno il programma mira a seguire passo dopo passo la tradizione, concentrando nei primi tre giorni il rito religioso: il pellegrinaggio del venerdì che porta dal Santuario al paese il simulacro, la grande “maschiata” che si effettua il sabato sera e la processione,che conduce per le strade del paese la “Bedda Matri”, la domenica.
Suggestivo è il pellegrinaggio del venerdì sera, in processione si preleva il simulacro della” Bedda Matri”, e si conduce lungo un tragitto illuminato da focolari accesi per l’occasione e dalle candele dei pellegrini, caratteristica che riporta indietro di qualche decennio, quando l’illuminazione del fuoco era l’unico mezzo che potesse illuminare il cammino dei pellegrini tra le strade buie della periferia. Ma giunti alla Chiesa del Carmine l’illuminazione festiva delle luci colorate si accende improvvisamente assieme a quelle dei fuochi d’artificio, e così le luci accompagnano e accolgono la “Bedda Matri” di la Rocca. A concludere l’evento puramente religioso è senz’altro la processione della domenica che conduce il simulacro in Chiesa Madre, custode per tutto il mese di settembre; la prima domenica di ottobre viene riaccompagnato in processione al Santuario della Madonna della Rocca.
La festa si protrae per altri due giorni nei quali vengono effettuati giochi di ogni genere, dalla corsa con i sacchi alla rottura delle “pignate”, dalla “mulunata” all'”antinna”, e così con il divertimento e la spensieratezza dei giochi e dello spettacolo musicale del martedì sera si concludono ogni anno i festeggiamenti in onore della Madonna della Rocca e con questa anche l’estate degli alessandrini.