
Situato a 663 m.s.l.m., sulle pendici del monte Triona sorge la cittadina di Bisacquino. L’origine del nome è tuttora incerta, così come è incerta la collocazione temporale della sua fondazione. Due le ipotesi più accreditate riguardo al nome: la prima considera l’origine latina “bis-aqua” ossia “molto acquoso”; l’altra ipotesi fa derivare il nome dall’arabo “busekin“, ossia “padre del coltello”. Nella sua storia millenaria, Bisacquino ha conosciuto molteplici influenze: dopo i primi insediamenti protostorici (intorno al IX secolo a.C.) si sono succeduti su questo territorio Sicani, Greci, Romani e Saraceni.
Dal XII al XVIII secolo il territorio di Bisacquino ricadde sotto la giurisdizione dell’Arcivescovado di Monreale.
Nel 1812, anno dell’abolizione del sistema feudale in Sicilia, Bisacquino passò sotto la giurisdizione del governo borbonico. Gli abitanti di Bisacquino diedero un importante contributo in termini di impegno politico durante i moti del 1848 e, in seguito all’Unità d’Italia, parteciparono attivamente al movimento dei Fasci Siciliani.
Luogo simbolo di Bisacquino è sicuramente la Chiesa Madre. Sebbene la torre campanaria risalga al XIV secolo, la chiesa, dedicata a San Giovanni Battista, fu edificata nel 1713 in stile barocco. La cupola fu aggiunta solo nel 1925. All’interno della chiesa si possono ammirare diverse opere artistiche settecentesche: la “Vara” lignea del santissimo Crocefisso del 1792, la “sedia gestatoria” (portantina) del ‘700 oltre che stucchi della scuola del Serpotta.
Il Santuario della Madonna del Balzo, che sovrasta Bisacquino dal monte Triona a 950 m., fu costruito tra il 1664 e il 1679. È meta di pellegrinaggi religiosi, soprattutto per l’effigie della Madonna in alto rilievo custodita al suo interno.
Il Calvario, costruito nel 1833 per volontà dei padri Liguorini, ospita ancora oggi le manifestazioni della settimana santa, in particolare la rappresentazione della crocifissione di Gesù.
Da segnalare anche la Chiesa del Carmine e la Chiesa Maria SS.ma delle Grazie risalenti al XVI secolo.
La città di Bisacquino offre ai visitatori due caratteristici musei. Il museo civico creato nel 1984 e ospitato nella sede dell’ex convento dei Cappuccini, conserva al suo interno le testimonianze della memoria storica, delle tradizioni e della vita quotidiana del bisacquinesi, oltre che reperti archeologici, paleontologici e naturalistici. All’interno dell’antica bottega degli orologiai Scibetta si trova il museo dell’orologio. In questo museo si fondono le conoscenze artigiane e la storia degli orologi da torre: proprio in questa bottega sono stati costruiti 110 orologi presenti in vari comuni siciliani.
La Festa del crocifisso (03 Maggio) ha una storia secolare: risale al XVII secolo. L’imponente vara (alta 6 m. e pesante 20 quintali) conservata nella Chiesa Madre viene portata in processione da circa 80 devoti ed è preceduta dalle statue di Santi.
Durante le celebrazioni della Madonna del balzo, tra il primo e il 15 agosto, i fedeli scalzi si recano in pellegrinaggio al Santuario intonando canti religiosi tradizionali.
Per ritrovare le radici storiche del Carnevale Bisacquinese bisogna risalire alla fine del XVII secolo. Nel dominò, costume tipico molto simile agli abiti tradizionali mediorientali, si possono notare le radici arabe di Bisacquino. Più recente è invece la tradizione del fantoccio Piddu, simbolo del carnevale, al quale viene dato fuoco allo scoccare della mezzanotte del Mercoledì delle Ceneri.
Tipica di Bisacquino è la cipolla busacchinara, di forma rotonda e schiacciata. Per chi volesse gustare questa delizia, può assistere alla sagra della cipolla che si tiene ad Agosto.