É la Sicilia che non si rassegna alla colonizzazione dei palati omologati e che insiste sulla promozione del gusto genuino di prodotti agroalimentari da scoprire attraversando un entroterra incontaminato, carico di suggestioni e ricco di proposte esplorative. La partecipazione dei distretti rurali siciliani ad Expo é stata un’occasione unica ed ha permesso di fare marketing territoriale e accompagnare il “brand Sicilia” verso i mercati esteri. All’intern del Cluster Bio-Mediterraneo spazio dedicato a tutti i paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, i visitatori sono arrivati da ogni parte d’Europa per assistere a panel, cooking show e degustazioni di piatti gourmet con i ricchi menù curati dai Master chef siciliani.
“Un bilancio positivo, soprattutto grazie al lavoro dei Gal che sono riusciti bene ad aggregare le aziende, i comuni, le esperienze turistiche e i territori”, ha commentato Dario Cartabellotta, responsabile del Cluster Bio Mediterrano. “In particolare il Gal Sicani ha dato la possibilità di scoprire un territorio poco conosciuto, fatto di splendide riserve come quella della Valle del Sosio, o di comuni dell’area interna capaci di preservare luoghi come l’Eremo di Santa Rosalia. Un entroterra capace di raccontare storie e far vivere esperienze veramente nuove che meritavano di essere raccontate in questa esposizione internazionale”.
Expo non é stata solo una vetrina per prodotti eccellenti tra formaggi, pistacchi, pesche, pomodori, miele, oli e vini di qualità, ma ha rappresentato per la Sicilia un vero e proprio “summit” di esperti di marketing turistico, tour operators e rappresentanti per la promozione del territorio, insieme alle aziende e ai produttori di eccellenze: uno scambio di esperienze e suggerimenti, per poter discutere in modo produttivo di turismo relazionale e nuove opportunità in ambito turistico per la Sicilia.
“Una regione che vuole esprimersi al meglio e soprattutto in questo contesto internazionale sta uscendo come una delle regioni che oltre a valorizzare il territorio, promuove l’integrazione con gli altri Paesi del Mediterraneo – continua Cartabellotta – Questa è una grande ricchezza che stiamo lasciando ad Expo”.