PALAZZO ADRIANO – Lo scorso 24 aprile sono state installate nelle navate laterali della chiesa Maria SS. Assunta di Palazzo Adriano dodici icone bizantine realizzate dalla pittrice Maria Koliva Dimopulu. Le icone rappresentano delle scene tratte dall’Inno Akathistos, uno tra gli inni più famosi che la chiesa ortodossa dedica alla Madre di Dio.
Ospitiamo il contributo dell’Avv. Salvatore Iervolino che ha inviato a Magaze il racconto della manifestazione.
Domenica 24 aprile – alle ore 18,00 – nella chiesa di Maria SS. Assunta di Palazzo Adriano si è svolta una solenne funzione religiosa presieduta dal vescovo di Piana degli Albanesi, S.E. mons. Giorgio Gallaro, con i concelebranti papas Sepa Borzì, don Giuseppe Iozzia e il diacono Luciano Aricò. Presente anche il sindaco di Palazzo Adriano in rappresentanza della comunità palazzese accorsa numerosa. Nelle prime due file dei banchi della chiesa una diecina di ragazze giovani e giovanissime hanno indossato per l’importante occasione i sontuosi abiti tradizionali arbëreshe. La funzione religiosa si è svolta in una chiesa rilucente dell’oro di una serie di 12 sfavillanti icone bizantine, ciascuna di cinque metri per sei, collocate in alto nelle navate laterali a rendere tangibile quella che è stata definita la “teologia della bellezza e della luce”. È il risultato di un lavoro protrattosi per una diecina di giorni e completato appena la sera prima grazie all’opera svolta volontariamente da maestranze locali, abili ad allestire l’imponente ponteggio necessario per la posa in opera delle icone. Le icone sono state realizzate con tempere naturali “all’uovo”, materiali particolari e foglia d’oro, e sono giunte dalla Grecia, Paese in cui ancora vi sono artisti che coltivano questa tecnica pittorica. In verità, definirla “pittorica” è riduttivo, più correttamente è una forma di teologia e liturgia espressa con immagini da parte di chi per anni si è esercitato con pazienti esercizi accompagnati da intensa preghiera. Le icone, infatti, sono “preghiere” figurate, realizzate per l’uso liturgico: la liturgia, dunque, rimane il loro scopo e la chiave per comprenderne il messaggio. Questo spiega perché chi dipinge le icone viene chiamato dalla tradizione con lo stesso termine riservato agli scrittori sacri, “agiografo”. Le 12 icone della chiesa di Palazzo Adriano hanno una significativa particolarità: l’“agiografo” che le ha realizzate è una donna, la sig.ra Maria Koliva Dimopulu, l’unica le cui opere sono riconosciute teologicamente e liturgicamente conformi ai canoni della tradizione iconografica bizantina tanto che è insegnante presso la facoltà di Agiografia Bizantina della cattedrale greco-ortodossa nella città di Amalias nella regione greca di Ilios (Peloponneso). La “pittrice” è giunta a Palazzo Adriano appositamente dalla Grecia per coordinare la collocazione delle opere ed era presente in chiesa per raccogliere il pubblico apprezzamento da parte del Vescovo Gallaro per quanto ha realizzato. Presente anche il sig. Schirò Paoluccio, che ha reso possibile, con il proprio contributo finanziario, la realizzazione delle 12 icone.
Il sig. Schirò è nato a Palazzo Adriano da genitori palazzesi, ma da anni è residente a Verona, città in cui svolge l’attività di imprenditore nel settore delle macchine per la conservazione degli alimenti in sottovuoto ed è riconosciuto inventore di un innovativo sistema di cottura termodinamica. Rimasto legatissimo ai luoghi dei propri avi, ad agosto non manca mai di ritornare al proprio paese natale. Lo scorso agosto 2006, proprio in occasione di uno dei suoi viaggi a Palazzo, Schirò aveva incontrato il parroco della parrocchia Maria SS. Assunta, Papas Sepa Borzì, che aveva condiviso con lui il desiderio di completare l’arredo iconografico della chiesa di Maria SS. Assunta.
Proprio domenica scorsa, a conclusione della celebrazione, Padre Borzì ha raccontato come quell’evento fosse un sogno che si realizzava. Il sig. Schirò aveva condiviso con entusiasmo il desiderio del prete tanto da rendersi disponibile a sostenerlo finanziariamente. Così, dopo circa dieci anni, nello splendore delle 12 icone, ecco la coronazione di quel sogno.
Il risultato è stato condiviso con tutti i fedeli della comunità palazzese e il sindaco Ing. Carmelo Cuccia ha espresso al sig. Schirò un segno tangibile di questa condivisione in una targa ricordo contenente le seguenti parole: Per aver contribuito ad arricchire il patrimonio artistico, con la donazione di preziose icone, che arricchiscono la Chiesa di Maria Santissima Assunta. Con profonda stima e gratitudine per il sentimento e l’impegno volti alla tutela delle tradizioni della nostra comunità, la Cittadinanza esprime vivo e sincero apprezzamento. Al sig. Schirò la targa è stata consegnata dalla propria nipote dr.ssa Maria Rita Liberto che, per l’occasione, ha indossato uno dei caratteristici abiti della tradizione arbëreshe confezionato con seta rossa delle antiche seterie di San Leucio e arricchito con monili e preziosi ricami in oro. Il vescovo Gallaro ha concluso l’evento religioso ed ha impartito la benedizione agli astanti: le sue parole hanno toccato i cuori dei fedeli ed insieme alle “parole” figurate delle icone hanno reso evidente che queste sono le “porte regali”, come le definì Pavel Florenskij nel suo omonimo saggio, attraverso le quali i fedeli dal mondo visibile entrano in contatto con la visione beatifica del “mondo invisibile” dello Spirito.
Salvatore Iervolino
La gallery fotografica è a cura di Vincenzo Alongi